In occasione della mostra culturale “Progetti e territori” nell’ambito di ABITARE IL TEMPO, Verona 1994, la regione Veneto proponeva come tema il recupero dei materiali naturali.

Intervista all’architetto Luisa Movio:
“Sono partita dal desiderio di reinterpretare il concetto di TESSUTO, utilizzando delle fibre “diverse”. Per poter eseguire un intreccio avevo bisogno di un materiale necessariamente flessibile e di uno che avrebbe potuto anche essere rigido. Da qui è nata l’idea di utilizzare a livello microscopico dei fili di vetro, popiamente delle canne, assieme a delle fetucce in tessuto o carta. Ho realizzato prima di tutto il materiale, una “pezza” che poteva avere cromatismi e modulazioni variabili, e difronte ad esso ne ho ipotizzato un’applicazione.
Presentandosi bene come filtro sia per la luce naturale che artificiale ho progettato delle lampade, per le quali questo materiale costituisce una rivisitazione del classico paralume.
La specificità di questa texture è di poter disegnare delle linee sinuose che evidenziano la plasticità della materia. Il basamento delle lampade, in ceramica bianca, è pura forma, essenziale e morbida dalla quale si libra il tessuto.”